La TARIP è un acronimo che sta per “Tariffa Rifiuti Puntuale”. Questo tributo rappresenta un’evoluzione della TARI, la tradizionale tassa sui rifiuti.
Il nuovo sistema tariffario è stato ideato per garantire maggiore equità nella tassazione, poiché si basa sulla reale quantità di rifiuti prodotti da ciascun nucleo familiare. Vediamo come funziona la TARIP e chi deve pagarla.

Che cosa è la TARIP?
La TARIP è stata introdotta come sistema di tassazione più equo e giusto per i cittadini. Il principio guida è “chi meno inquina, meno paga“, incentivando a produrre meno rifiuti e a differenziare meglio i materiali riciclabili.
Questo metodo di tassazione dei rifiuti considera i seguenti fattori:
i metri quadrati dell’abitazione;
il numero dei componenti familiari;
l’effettiva produzione dei rifiuti.
Che differenza c’è tra TARI e TARIP?
La differenza principale tra la TARI (Tassa sui Rifiuti) e la TARIP risiede nel metodo di calcolo. Quindi:
La TARI si basa su una stima della produzione di rifiuti determinata dai metri quadrati dell’abitazione e dal numero di occupanti.
La TARIP si calcola sulla misurazione effettiva dei rifiuti prodotti, rendendo la tariffa più precisa e puntuale.
Questo sistema non solo protegge il portafoglio dei contribuenti, ma incoraggia anche comportamenti più responsabili verso l’ambiente, allineandosi con il modello europeo “Pay As You Throw”.
Il passaggio dalla TARI alla TARIP è obbligatorio, ma non tutti i comuni italiani si sono attivati. In molti comuni e consorzi la TARIP è già operativa, ed è stata avviata l’attività di lettura del contenitore del secco residuo.
In questi territori è obbligatorio esporre i rifiuti utilizzando esclusivamente il contenitore fornito. Inoltre, è necessario mettersi in regola con il ritiro dei contenitori secondo le indicazioni date dagli enti comunali o dai consorzi di comuni che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e della differenziata.
Chi deve pagare la TARIP?
Come per la TARI, anche questo tributo è obbligatorio per tutti i contribuenti residenti e condòmini, i titolari di attività, tranne per chi beneficia di riduzioni o esenzioni, come avviene per le altre tasse.
Il sistema tariffario si applica sia alle utenze domestiche che a quelle non domestiche, come aziende e attività commerciali. L’importo della tariffa è determinato in base alla reale fruizione del servizio di smaltimento rifiuti, considerando il volume o il peso effettivo dei rifiuti prodotti.
Come calcolare la TARIP?
Il calcolo della tariffa da pagare si basa su due seguenti componenti:
una quota fissa;
una quota variabile.
La quota fissa è determinata dalla superficie dell’immobile, mentre la quota variabile dipende dalla quantità di rifiuti prodotti.
Il calcolo quindi avviene sulla base dell’effettivo quantitativo di rifiuti prodotto e raccolto in contenitori appositi stabiliti da chi gestisce il servizio rifiuti cittadino.
Gli svuotamenti minimi del rifiuto secco non riciclabile vengono addebitati in base al numero di persone nel nucleo familiare o alla tipologia di contenitore richiesto per le utenze non domestiche. Ogni ulteriore svuotamento oltre il minimo prefissato comporta un addebito aggiuntivo.
Le quote fisse e il costo del servizio sulla base della produzione, vengono stabiliti come per la TARI, vale a dire tramite delibera di Consiglio Comunale, pareri vincolanti delle autorità locali.
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