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Conti correnti condominiali trasparenti: la banca deve fornire la documentazione su richiesta del singolo condòmino

Immagine del redattore: Andrea Tagliabue - Consulenza Immobiliare Su MisuraAndrea Tagliabue - Consulenza Immobiliare Su Misura

La gestione trasparente dei conti correnti condominiali è fondamentale. Vediamo quali sono i diritti dei condomini.




La trasparenza nella gestione dei conti correnti condominiali è un principio fondamentale sancito dalla legge italiana, che attribuisce ai condòmini il diritto di accedere alla documentazione bancaria del condominio.

Questo diritto, tuttavia, può essere ostacolato dall’inerzia o dal rifiuto dell’amministratore condominiale, rendendo necessario il ricorso a vie legali. Recentemente, il Collegio di Palermo dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) ha chiarito che, in tali casi, il condòmino ha la facoltà di rivolgersi direttamente alla banca per ottenere le informazioni richieste.


Il diritto di accesso ai conti condominiali


La recente riforma del condominio ha introdotto novità significative in merito al diritto dei singoli condòmini di accedere alla documentazione bancaria relativa ai conti condominiali. In particolare, l’articolo 1129 del codice civile ha sancito l’obbligo per l’amministratore di aprire un conto corrente condominiale e ha riconosciuto a ciascun condòmino il diritto di visionare ed estrarre copia della rendicontazione periodica. 

La norma stabilisce che ogni condòmino, per accedere alla rendicontazione periodica, deve rivolgersi all’amministratore, che è tenuto a richiedere la documentazione alla banca. Questa procedura è stata concepita per bilanciare la trasparenza nella gestione condominiale con la tutela della privacy, nonché per superare le difficoltà pratiche legate alla verifica della legittimazione del richiedente da parte della banca.

Ma cosa accade se l’amministratore, nonostante una regolare richiesta, si rifiuta di fornire la documentazione bancaria al condòmino? 


Il caso


Il caso in esame riguarda un ex-condòmino che, trovandosi di fronte al rifiuto dell’amministratore condominiale di fornire la documentazione bancaria del condominio, ha deciso di rivolgersi direttamente all’istituto di credito.

La banca, però, ha respinto la richiesta, sostenendo la necessaria l’autorizzazione dell’amministratore per rilasciare la documentazione. A sostegno della sua posizione, l’istituto bancario ha avanzato diverse argomentazioni: dalla presunta mancanza di legittimazione dell’ex-condòmino alla minaccia di ricorso al Garante della Privacy e alla giustizia ordinaria da parte del condominio.


La decisione


Il Collegio di Palermo dell’ABF, con decisione n° 74 del 03 gennaio 2024, ha respinto le argomentazioni della banca, ribadendo il diritto del condòmino di accedere alla documentazione bancaria. 

La decisione ha sottolineato che l’art. 1129, comma 7, del codice civile impone all’amministratore l’obbligo di far transitare tutte le somme relative al condominio su un conto corrente dedicato e garantisce ai singoli condòmini il diritto di prenderne visione. 

Questo diritto è rafforzato dall’art. 119, comma 4, del Testo Unico Bancario (TUB), che permette al condòmino di rivolgersi direttamente all’istituto di credito in caso di diniego da parte dell’amministratore.

Il Collegio ha inoltre considerato irrilevante l’argomento secondo cui il richiedente non fosse più un condòmino, poiché la richiesta riguardava documenti relativi al periodo in cui l’ex-condòmino possedeva ancora l’immobile. La produzione di documentazione notarile da parte dell’ex-condòmino ha ulteriormente supportato la sua posizione.

Richiamando una precedente decisione del Collegio di Napoli (n. 87/2022), il Collegio di Palermo ha chiarito che la preventiva richiesta all’amministratore non può costituire un ostacolo invalicabile all’esercizio del diritto di ottenere direttamente dalla banca la documentazione necessaria. In conclusione, l’ABF ha accolto il ricorso dell’ex-condòmino, ordinando all’istituto di credito di fornire la documentazione richiesta.


Conclusioni


Questa decisione conferma l’importanza della trasparenza nella gestione dei fondi condominiali e ribadisce il diritto di ogni condòmino di accedere alla documentazione bancaria, anche in presenza di un amministratore inerte o ostile.

Si tratta di un principio di fondamentale importanza per garantire una gestione condominiale corretta e responsabile, che non lascia spazio a comportamenti opachi o ostruzionistici da parte degli amministratori.

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