Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? Non c’è una risposta univoca, che vada sempre bene e le valutazioni da fare variano in base alle esigenze di ciascuno.
Occorre tenere presente che, normalmente, se si ottiene del denaro per un lasso di tempo maggiore i rischi aumentano e occorrerebbe richiedere interessi più alti.
Il tasso variabile, invece, legato all’andamento del costo del denaro sul breve periodo, dovrebbe avere tassi inferiori quando il costo del denaro cala.
In questo momento però, per via, da una parte, dell’inflazione e dall’altra di alcune decisioni prese della Banca centrale europea sull’aumento dei tassi questi ultimi sono in aumento.
Cosa sta succedendo: le tendenze in atto
Da una parte, crescono dell’11% i giovani sotto ai 36 anni che richiedono un mutuo, dall’altra, con l’innalzamento dei tassi, si è registrato anche un cambio nel reddito medio dei richiedenti, che è passato da meno di 2.200 euro a più di 2.500 euro.
Questo cambiamento si deve all’aumento del costo della rata e alla necessità di disporre di maggiori risorse per il budget familiare.
Consigli e previsioni per il futuro
Dal momento che gli aumenti dei tassi dovrebbero essere quasi giunti al termine, questo rende nuovamente valutabile l’ipotesi dell’accensione di un mutuo a tasso variabile, poiché si può presupporre che presto le rate caleranno significativamente.
Prima di percorrere questa possibilità, è bene però assicurarsi che la rata da corrispondere sia nettamente al di sotto dei propri limiti sostenibili.
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