In occasione dell’audizione che si è tenuta il 16 gennaio 2024 presso la Commissione Finanze della Camera, condotta dall’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e presieduta dalla Presidente Federica Brancaccio, si è tornato a discutere sulle potenziali modifiche del cosiddetto Decreto Salva bonus (decreto-legge n. 212/2023).
L’ANCE ha sollevato preoccupazioni circa la gestione e la conclusione degli interventi già avviati. Secondo Brancaccio, il decreto-legge n. 212/2023 doveva permettere agli interventi in avanzato stato di realizzazione con il Superbonus di essere completati entro 2-3 mesi, mantenendo l’aliquota del 110%.
L’obiettivo era quello di evitare disagi causati dalle difficoltà nella cessione dei crediti, problemi sorti a causa dei continui cambi normativi degli ultimi mesi. Queste difficoltà hanno creato ritardi e complicazioni, aumentando il rischio di contenziosi tra condomini-committenti e imprese edilizie.
Cantieri condominiali incompiuti
Un aspetto critico evidenziato è il pericolo di blocchi nei lavori, che potrebbero tradursi in “scheletri urbani” ovvero progetti incompleti e abbandonati, ma già cantierizzati. Questi blocchi rappresentano un rischio patrimoniale per le famiglie, a causa della possibile richiesta di recupero dei crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate, oltre a determinare un problema estetico e di sicurezza urbana.
Le proposte avanzante per definire una exit strategy ordinata
Per tali motivi l’ANCE avanza due proposte:
Proroga del Superbonus fino al 29 febbraio 2024
Mantenendo le stesse percentuali di detrazione (110% o 90%) già previste al 31 dicembre 2023, la proroga si applicherebbe agli interventi:
effettuati su condomini o su edifici con al massimo 4 unità immobiliari, interamente posseduti da un individuo;
per i quali è stata scelta l’opzione della cessione del credito o dello sconto in fattura;
realizzati per almeno il 60% del loro valore complessivo entro il 31 dicembre 2023.
Questa estensione temporale permetterebbe ai soggetti coinvolti di completare i lavori già iniziati.
SAL Straordinario
Come alternativa si potrebbe valutare l’emissione di un Stato di Avanzamento Lavori (SAL) straordinario al 29 febbraio 2024 che consentirebbe di includere nel Superbonus tutti i lavori completati entro tale data, anche se il SAL non raggiunge le percentuali minime previste dalla normativa. Questa opzione offrirebbe flessibilità aggiuntiva, permettendo ai beneficiari di accedere alle detrazioni indipendentemente dal grado di avanzamento dei lavori a fine 2023.
L’adozione di una di queste misure, secondo ANCE, contribuirebbe a salvaguardare circa 25.000 cantieri e oltre 220.000 famiglie, evitando interruzioni brusche nei lavori. In entrambi i casi, sarà necessario trovare un equilibrio tra la necessità di concludere i lavori in corso e la sostenibilità finanziaria delle misure incentivate a carico dello Stato.
Le altre alternative
Anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha proposto di rispolverare il “Sal aggiuntivo” in modo da “salvare” tutti i lavori fino al 31 dicembre 2023 facendo rientrare una maggiore quantità di interventi sotto il 110%.
La proposta basa sugli ultimi dati di Enea. L’associazione dei proprietari di casa ricorda infatti che – al 31 dicembre scorso – il 15% dei lavori dei condomini ammessi al Superbonus restava ancora da realizzare. Una percentuale che scende a circa il 5% nelle cosiddette villette.
La commissione ha ascoltato anche il presidente dei tributaristi, Riccardo Alemanno, che ha auspicato un intervento strutturale sulle agevolazioni che non devono superare il 50%, perché è il perfetto punto in cui l’agevolazione viene coperta dalle maggiori imposte.
Il “giallo” degli emendamenti
In occasione della conversione del decreto legge in discussione presso il Parlamento, sono stati avanzati alcuni emendamenti.
Un primo emendamento, sostenuto da diversi gruppi parlamentari, prevede l’estensione dei termini:
ai soggetti che hanno beneficiato della deroga al termine del 2022, la quale ha permesso di mantenere il beneficio del 110% anziché ridurlo al 90%;
a coloro che hanno completato al 70% i lavori entro il 31 dicembre 2023.
Parallelamente, un’altra proposta di emendamento, suggerisce una proroga di due mesi del Superbonus (fino al 29 febbraio) per coloro che alla fine del 2023 avranno completato almeno il 60% dei lavori.
L’eventuale adozione di una di queste proposte rifletterebbe un’estensione significativa della portata del Superbonus 110%, con potenziali riflessi significativi sul settore immobiliare.
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